Il centrosinistra campano si trova in una fase cruciale di ridefinizione politica in vista delle prossime elezioni regionali. Il punto centrale del dibattito interno riguarda la ricandidatura del governatore uscente Vincenzo De Luca, che punta a un terzo mandato, nonostante le resistenze espresse dalla segretaria nazionale del PD, Elly Schlein, la quale ha ribadito: “No al terzo mandato di De Luca”.
Una delle questioni più discusse riguarda la modifica della legge regionale sui mandati. Il consiglio regionale ha recepito una normativa nazionale già esistente, secondo la quale il limite dei due mandati viene calcolato a partire dal momento in cui la legge stessa è stata approvata. Questo meccanismo consentirebbe a De Luca di considerare i suoi due precedenti mandati come non vincolanti, ripartendo quindi da un “anno zero”.
Il governo nazionale ha impugnato questa normativa, sollevando dubbi di legittimità costituzionale. La Corte Costituzionale è ora chiamata a pronunciarsi, e secondo diversi pareri giuridici potrebbe accogliere l’impugnazione, rendendo non valida la ricandidatura di De Luca. Questa incertezza istituzionale sta rallentando i lavori del centrosinistra regionale, lasciando la coalizione in una posizione di stallo.

Per superare lo stallo e preservare l’unità della coalizione, si stanno valutando diverse soluzioni. Una delle ipotesi principali riguarda un eventuale passo indietro di De Luca, che potrebbe tornare a guidare l’amministrazione del Comune di Salerno, lasciando la presidenza regionale al suo vice, Fulvio Bonavitacola. Tuttavia, questa soluzione è vista da molti come una semplice prosecuzione della leadership di De Luca, suscitando perplessità anche tra i vertici nazionali del PD.
Un’altra ipotesi è quella di affidare la candidatura a Mario Casillo, capogruppo del PD in consiglio regionale e figura con un forte radicamento elettorale. In questo scenario, per equilibrare le dinamiche interne al partito, si parla anche di un riconoscimento nazionale per Piero De Luca, figlio del governatore, che potrebbe assumere un ruolo rilevante nella direzione del PD.
Nel caso in cui la Consulta dovesse confermare la validità della legge recepita dalla Regione Campania e consentire a De Luca di ricandidarsi, il centrosinistra potrebbe considerare un’alternativa inedita: la candidatura di Raffaele Cantone. Il magistrato, noto per il suo impegno nella lotta alla corruzione, rappresenterebbe una scelta autorevole e potenzialmente in grado di costruire un campo largo, coinvolgendo il PD, il Movimento 5 Stelle e altre forze progressiste. Cantone potrebbe essere un nome in grado di attrarre consensi trasversali e garantire credibilità a una coalizione che, al momento, fatica a trovare una linea comune.
Tuttavia, l’accettazione di questa candidatura dipenderebbe dalla disponibilità del Movimento 5 Stelle a rinunciare ai propri candidati di riferimento, Roberto Fico e Sergio Costa, una decisione non scontata e che richiederebbe un intenso lavoro diplomatico.
Le tensioni interne al centrosinistra campano evidenziano le difficoltà di una coalizione che, pur essendo al governo regionale, fatica a definire una strategia condivisa per il futuro. L’esito del confronto con la Consulta sarà un passaggio cruciale, ma le settimane che precedono questa decisione saranno altrettanto decisive per trovare una sintesi politica e rilanciare il progetto del centrosinistra nella regione.
L’obiettivo ora è costruire una proposta politica che sappia coniugare rinnovamento, inclusività e coerenza istituzionale, evitando il rischio di frammentazioni che potrebbero compromettere la competitività della coalizione.