Tommasina Casale
Il centrodestra osserva con attenzione le diatribe interne al centrosinistra campano, consapevole che queste divisioni rappresentano un’opportunità strategica per consolidare la propria posizione in vista delle elezioni regionali. Tuttavia, anche nella coalizione guidata da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, le divergenze non mancano. Come si suol dire, “se Atene piange, Sparta non ride”.
Fratelli d’Italia, il partito più forte della coalizione, punta con decisione su Edmondo Cirielli, sottosegretario e figura di peso nel panorama politico campano. Il partito di Giorgia Meloni è determinato a far valere il proprio ruolo di traino nel centrodestra e a imporre la sua candidatura. Ma questa ambizione si scontra con la resistenza degli alleati, che non sono disposti a cedere facilmente.
Forza Italia, dal canto suo, cerca di imporre la candidatura di Fulvio Martusciello, eurodeputato e coordinatore regionale del partito. Tuttavia, il problema per gli azzurri è rappresentato dal loro peso politico, ormai ridimensionato rispetto agli altri partner della coalizione. Nonostante il tentativo di rilanciare il partito a livello locale, Forza Italia fatica a farsi valere come forza trainante e rischia di essere esclusa dalle decisioni finali.
La Lega gioca una partita complessa. Il governo, che ha impugnato la legge regionale sul terzo mandato di De Luca, coinvolge indirettamente anche il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, poiché la norma avrebbe aperto un precedente per altre regioni. Questo intervento istituzionale potrebbe diventare un’opportunità per la Lega di rivendicare la presidenza in Campania.
Il neo-coordinatore regionale del partito, Giampiero Zinzi, viene indicato come possibile candidato. Tuttavia, due fattori pesano contro di lui: in primo luogo, la sua provenienza da Caserta, un territorio politicamente debole rispetto ad altre province campane; in secondo luogo, il basso gradimento della Lega nel sud Italia, dove l’elettorato non ha dimenticato le passate posizioni leghiste sul meridione.
Per superare queste difficoltà, la Lega potrebbe puntare su un nome più forte e autorevole, come quello del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. La candidatura del ministro potrebbe mitigare i pregiudizi verso il partito e al contempo soddisfare un’ambizione personale di Matteo Salvini. Il leader leghista, infatti, aspira da tempo a riprendersi il dicastero degli Interni, oggi occupato proprio da Piantedosi. Se quest’ultimo fosse candidato alla presidenza della Regione Campania, Salvini avrebbe una via libera per rientrare al Viminale.
Un elemento da non sottovalutare è la possibile intesa tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. L’impugnazione della legge che blocca De Luca potrebbe essere interpretata come parte di un accordo sottobanco tra i due leader, volto a consolidare l’alleanza di governo. Meloni potrebbe aver deciso di sostenere questa mossa per favorire il progetto leghista in Campania, garantendo così una maggiore stabilità all’interno della coalizione a livello nazionale.
Nonostante le tensioni e le divergenze interne, il centrodestra è consapevole dell’importanza di presentarsi unito in Campania. La forza elettorale di Fratelli d’Italia, la presenza capillare di Forza Italia e il peso politico della Lega devono trovare un punto di equilibrio per evitare divisioni che potrebbero compromettere il risultato elettorale. Le prossime settimane saranno cruciali per definire una strategia condivisa e individuare un candidato che possa rappresentare al meglio la coalizione. L’obiettivo è sfruttare il vantaggio competitivo dato dalle divisioni nel centrosinistra, senza cadere nelle stesse trappole di conflitti interni.
