Questa mattina, presso la sede di Castel Capuano a Napoli, si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, un evento segnato dalla solennità delle toghe e dalla presenza delle principali autorità istituzionali. Tuttavia, la giornata è stata caratterizzata anche da una protesta composta ma simbolicamente forte, scatenata dall’intervento del Ministro della Giustizia Carlo Nordio.Durante il discorso del Ministro, l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha abbandonato l’aula in segno di dissenso, mostrando cartelli con una citazione di Pietro Calamandrei:“In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa non è una carta morta, è un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, è nata la nostra Costituzione.”Il gesto è stato preceduto, in apertura, da un’altra dimostrazione simbolica: durante l’esecuzione dell’Inno di Mameli, alcuni magistrati hanno sollevato copie della Costituzione, ribadendo la loro opposizione alla riforma della giustizia proposta dal governo.Uno dei magistrati di spicco, Nicola Gratteri, ha dichiarato di aver scelto di non partecipare alla cerimonia:”Resto qui in ufficio a lavorare perché non ritengo utile la mia presenza, dato che nel corso di tutto questo tempo, mesi e anni, nessuno ha chiesto e voluto un confronto per discutere sul piano pratico, tecnico e giuridico della riforma.”Al centro della contesa vi è la riforma della giustizia, che secondo l’ANM rischia di compromettere l’autonomia della magistratura, uno dei pilastri dello Stato democratico. Di contro, il Ministro Nordio ha difeso la natura tecnica della riforma, affermando che il suo scopo è riequilibrare il sistema e moderare il potere della magistratura, nel rispetto del principio di separazione dei poteri.Nonostante le proteste, l’aula è rimasta affollata e al termine del discorso del Ministro non sono mancati applausi calorosi da parte di molti presenti.L’episodio riflette il clima di tensione che circonda il dibattito sulla giustizia in Italia, un tema destinato a rimanere al centro dell’attenzione pubblica nei prossimi mesi.
il nodo della contesa è la riforma della giustizia che, a dire dei magistrati, snatura uno dei poteri dello stato, il Ministro a sua volta rivendica il suo passato da ex magistrato e definisce la riforma puramente tecnica per temperare l’enorme potere conferito ai magistrati. Le ultime file hanno abbandonato l’aula che comunque è rimasta ben affollata e alla fine del discorso del Ministro non sono mancati fragorosi applausi