Tommasina Casale
La recente invasione di Roccaraso da parte di migliaia di migliaia di campani accorsi per un selfie con la tiktoker Rita De Crescenzo è più di un semplice episodio curioso: è il segnale di un fenomeno preoccupante. Un’influencer senza particolari meriti riesce a paralizzare una località turistica per ore, dimostrando ancora una volta quanto la nostra società sia sempre più attratta dal sensazionalismo vuoto piuttosto che dal valore dei contenuti. Non si tratta di criticare i social o chi li usa per intrattenere, ma di capire cosa ci sta accadendo. Oggi la popolarità non si misura in talento, cultura o qualità, ma in visualizzazioni e like. Il successo si costruisce non con le idee, ma con l’algoritmo. E così, figure come la De Crescenzo , che si esprimono con un linguaggio meno che basico, per non dire primitivo e trash, e contenuti privi di sostanza, diventano icone virali, seguite da migliaia di persone. Ma il problema non è solo di chi produce certi contenuti, bensì di chi li consuma. Perché migliaia di persone scelgono di seguire e idolatrare personaggi che non offrono nulla di realmente significativo? Il pubblico ha un potere enorme: con un click può decretare il successo o l’oblio di qualcuno. Se continuiamo a premiare la superficialità, non possiamo sorprenderci se la qualità culturale scende sempre più in basso. L’intrattenimento non deve necessariamente essere educativo, ma dovrebbe almeno evitare di abbassare ulteriormente il livello generale. Se i modelli di riferimento diventano persone che fanno della mediocrità il loro marchio di fabbrica, quale messaggio stiamo trasmettendo alle nuove generazioni? Il rischio è quello di una società che confonde la viralità con il valore, l’apparenza con la sostanza. La vicenda di Roccaraso è solo l’ennesimo segnale di una deriva culturale che non possiamo più ignorare. La cultura non è solo libri e musei, ma anche il modo in cui scegliamo di intrattenerci e chi decidiamo di seguire. Forse è il momento di chiedersi se vogliamo continuare a premiare il nulla o se vogliamo riscoprire contenuti che lascino davvero qualcosa. Perché, alla fine, siamo noi a decidere cosa merita di essere celebrato.
