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De Crescenzo; da Bellavista a Roccaraso passando per la Rivoluzione Francese

1 mese fa
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Appena 80 anni fa, il primo febbraio del 1945, un decreto legislativo stabilì che le donne di almeno 21 anni, avrebbero potuto partecipare all’elettorato attivo. Dopo un anno, nel marzo del 46, fu “concessa” la partecipazione anche all’elettorato passivo, cioè le donne potevano votare e potevano anche essere candidate. Infatti, nel marzo del 1946,  le donne votarono per la prima volta e furono anche elette alle elezioni amministrative. Successivamente votarono al referendum del 2 giugno 1946 per scegliere tra Repubblica e Monarchia e per eleggere i membri dell’Assemblea Costituente, tra cui anche donne, che furono le Madri, insieme, ai più noti Padri costituenti. Da allora un cammino lento e inesorabile ha scandito, passo dopo passo, piccole e grandi vittorie nel campo dei diritti. E oggi dobbiamo, condividendo l’amarezza di Dante, affermare “…non donna di province, ma bordello”. Se Dante si riferiva a Roma domina del mondo, con questa chiosa del verso dantesco si vuole  evidenziare come, dopo una scalata che ha visto la conquista di diritti fino ai primissimi anni Ottanta, ora affronta una fase calante, una parabola che scende fino a inabissarsi nelle pieghe e nelle piaghe dei social. Sarei curiosa di sapere se le donne che seguono le tiktoker sono consapevoli di quanto sia accaduto in tema di diritti nel secolo scorso. Certo che è molto avvilente leggere in questi giorni un’ esaltazione collettiva a seguito della tiktoker sedicente napoletana Rita De Crescenzo, che in modo incommentabile, si esprime sul web suscitando l’interesse e persino l’ammirazione di molti e soprattutto di molte donne. Si è letto di tutto in questi giorni, a difesa della tiktoker e delle masse che l’accompagnavano, ho letto persino citare la Rivoluzione Francese. Ebbene sì, quella Rivoluzione Francese che ben lungi dal sancire il successo del popolo, non solo decretò l’inizio della borghesia capitalista, ma quando la povera Olympe Gouges presentò, nel settembre 1791,  la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, si vide condannata alla ghigliottina che ne stroncò la giovanissima vita il 3 novembre del 1793. Venendo a noi, ieri ai microfoni di RTL 102, quando hanno chiesto al sindaco di Roccaraso , Di Donato, se per caso avesse intenzione di concedere la cittadinanza onoraria alla tiktoker, ha risposto che la sua presenza ha prodotto disdette di alberghi e di ristoranti. Ciò cosa vuol dire? Che il vero turismo, gli sciatori, le famiglie avrebbero voluto trascorrere un weekend a Roccaraso, ma sono stati fermati proprio da quell’assalto dei seguaci della De Crescenzo. Ma perché la De Crescenzo viene difesa sui social? La mia teoria è che al provinciale piace chiudere la categoria della napoletanità in tanto squallore, perché è intimorita dalla cultura, dalla storia e dalla tradizione di tutta quella napoletanità che ben racconta un altro De Crescenzo. Evviva le donne consapevoli ed evviva la storia!

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