Caserta in bilico: la relazione è pronta, e ora?

E alla fine, la Commissione d’accesso ha finito i suoi compiti. Dopo sei mesi passati a setacciare carte, scartoffie, determine dirigenziali e, immaginiamo, a cercare il caffè decente negli uffici comunali, il trio composto dal prefetto Maurizio Masciopinto, dal viceprefetto aggiunto Laura Mattiucci e dal maggiore della Guardia di Finanza Gianfranco Mozzillo ha lasciato gli uffici comunali. E ora? Beh, ora parte il valzer della burocrazia.

La loro relazione è già nelle mani del prefetto di Caserta, Lucia Volpe, che ha il compito di recapitarla al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Sulla base di questo documento, si deciderà il destino del Consiglio Comunale. Traduzione: se nel faldone ci sono abbastanza anomalie da far venire il mal di testa, potremmo assistere all’ennesimo scioglimento di un’amministrazione locale per sospette irregolarità o, peggio, infiltrazioni della criminalità organizzata. Se invece le criticità non sono poi così gravi, l’attuale amministrazione resterà in sella fino alla naturale scadenza del mandato nel 2027.

Il grande interrogativo è: quanto tempo ci vorrà per arrivare a una decisione? Nessuno lo sa con certezza, ma la statistica dice che in genere servono tre mesi. Quindi, entro maggio potremmo sapere se Caserta continuerà sulla sua strada amministrativa o se arriverà un commissario a prendere le redini della città.

Quando la Commissione fu nominata, il sindaco Carlo Marino non la prese affatto bene. Gridò al sabotaggio, parlò di “atto gravissimo, di barbarie” e dipinse la decisione come parte di un disegno a orologeria per destabilizzare la città. Il dito era puntato contro Gianpiero Zinzi, parlamentare della Lega, accusato di voler affossare la giunta non con la politica, ma con insinuazioni di legami pericolosi. Zinzi, dal canto suo, rispose che era preoccupante il nervosismo del sindaco e ribadì che la Commissione era stata disposta dal Ministero, su richiesta del Prefetto, come prevede la legge.

Nel frattempo, Marino, dopo aver rifiatato, abbassò i toni e dichiarò che il Comune avrebbe collaborato pienamente con la Commissione. Una mossa che si potrebbe tradurre con un classico “facciamoci trovare con i cassetti in ordine” per evitare brutte sorprese.

Cosa potrebbe succedere adesso? Le ipotesi sono numerose e tutte avvincenti. Il Ministro potrebbe trovarsi tra le mani una relazione talmente corposa da necessitare di una squadra speciale solo per sfogliarla. Se dovessero emergere infiltrazioni gravi e anomalie inaccettabili, il destino dell’amministrazione sarebbe segnato: scioglimento immediato e arrivo di un commissario con la missione di mettere ordine tra le macerie burocratiche.

D’altra parte, potrebbe anche verificarsi uno scenario in cui le criticità riscontrate siano marginali, abbastanza da far storcere il naso ma non sufficienti per un intervento drastico. In tal caso, il sindaco e la sua giunta potrebbero continuare il loro operato, con qualche monito da parte delle autorità e magari una bella lista di “cose da sistemare” per evitare guai peggiori in futuro.

Esiste però anche una terza possibilità, quella del limbo burocratico. Potrebbero aprirsi nuovi approfondimenti, richieste di ulteriori verifiche, passaggi tra vari uffici ministeriali, e nel frattempo Caserta rimarrebbe sospesa in un’attesa infinita, senza certezze sul proprio futuro amministrativo. Il tempo scorrerebbe inesorabile tra rinvii e discussioni interminabili, con i cittadini spettatori di una partita in cui i tempi supplementari sembrano non finire mai.

Nel frattempo, i casertani possono solo aspettare e seguire gli sviluppi, sperando di non trovarsi di fronte all’ennesima saga amministrativa piena di colpi di scena. Perché, si sa, la politica locale è spesso più imprevedibile di una serie TV, e a Caserta lo spettacolo sembra essere sempre assicurato.