Napoli si è risvegliata con una scena insolita e, per molti, preoccupante: un sottomarino nucleare statunitense ha fatto il suo ingresso nelle acque partenopee, destando curiosità tra i cittadini e sollevando interrogativi tra gli attivisti. L’arrivo, avvenuto senza preavviso pubblico, ha immediatamente acceso il dibattito sulla sicurezza e sulla trasparenza nelle operazioni militari nei porti italiani.Il sottomarino è stato avvistato nel tardo pomeriggio di ieri, quando ha effettuato una breve sosta nei pressi del porto. Secondo fonti militari, l’operazione avrebbe avuto finalità logistiche, con l’imbarco e lo sbarco di personale di alto rango. La Capitaneria di Porto di Napoli è stata informata solo poche ore prima dell’attracco, mentre nessuna comunicazione preventiva è stata data alla cittadinanza. Non è la prima volta che accade un episodio del genere: negli anni scorsi, altre imbarcazioni nucleari avevano già sollevato polemiche simili, in particolare per la presunta violazione delle normative locali che dichiarano il porto di Napoli “area denuclearizzata”.La presenza di un sottomarino a propulsione nucleare in un’area così densamente popolata ha generato allarme tra le associazioni pacifiste e ambientaliste. Il Comitato per la Pace e il Disarmo ha ribadito la necessità di un piano di sicurezza chiaro per la gestione di questi eventi, sottolineando il rischio di incidenti, per quanto remoti. “Un porto civile come quello di Napoli non dovrebbe essere teatro di operazioni militari così delicate,” ha dichiarato un portavoce del comitato. “La popolazione ha il diritto di essere informata e di sapere quali misure di protezione esistono in caso di emergenza.”Oltre agli aspetti di sicurezza, la vicenda riapre anche il dibattito politico sulla presenza di mezzi militari stranieri sul territorio italiano. Alcuni esponenti della politica locale hanno ricordato la delibera comunale che, anni fa, dichiarava Napoli una zona denuclearizzata, evidenziando quindi la contraddizione di questi eventi rispetto alle scelte dell’amministrazione cittadina. D’altra parte, le autorità portuali e il governo nazionale potrebbero aver autorizzato l’attracco in virtù degli accordi internazionali di cooperazione con gli Stati Uniti, il che ridurrebbe la possibilità di opposizione a livello locale.Resta da vedere se questa vicenda avrà conseguenze concrete in termini di regolamentazione o se resterà un episodio destinato a ripetersi in futuro. Nel frattempo, l’immagine di un sottomarino nucleare nelle acque partenopee continuerà a far discutere, tra chi la considera una normale operazione militare e chi la vede come un campanello d’allarme per la sicurezza e la sovranità del territorio.
