Oggi: 13 Mar, 2025
stefano masi
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Carinaro – la gestione delle paline pubblicitarie finisce sotto accusa: affidamento alla società del cugino dell’assessore Nicola Sglavo

di
4 settimane fa
sapori

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L’amministrazione comunale di Carinaro è travolta dalle polemiche dopo la scoperta che l’affidamento per l’installazione delle paline pubblicitarie è stato concesso alla società del cugino dell’assessore Nicola Sglavo, responsabile proprio del settore. Un caso di favoritismo e clientelismo che sta infiammando il dibattito politico locale e che mette in seria difficoltà la maggioranza. La delibera del 16 gennaio scorso, che autorizza la posa di impianti pubblicitari senza alcuna procedura di evidenza pubblica, è stata denunciata dal gruppo di minoranza “Carinaro in Avanti” come “un atto amministrativo illegittimo, contrario alle normative nazionali ed europee, che calpesta i principi di trasparenza e concorrenza”. Secondo i consiglieri di opposizione Concetta della Volpe, Anna Torino, Stefano Masi e Mario Moretti, si tratta di “un abuso di potere senza precedenti, con la giunta che ha deliberatamente aggirato le regole per favorire interessi personali”. La minoranza sottolinea inoltre come le recenti sentenze del Consiglio di Stato ribadiscano “l’obbligo di assegnare la gestione degli impianti pubblicitari tramite bandi pubblici e procedure regolamentate”, evidenziando così l’irregolarità del provvedimento adottato dall’amministrazione. Di fronte a questo “evidente conflitto di interessi”, l’opposizione ha presentato una richiesta di annullamento della delibera e un atto di indirizzo per ristabilire la legalità, denunciando il caso in Consiglio Comunale. “Questa decisione rappresenta l’ennesima dimostrazione di una gestione scellerata della cosa pubblica, in cui si agisce senza alcuna considerazione per il bene comune”, attaccano i consiglieri di minoranza. Ora, la questione è nelle mani del Consiglio Comunale, dove la maggioranza sarà chiamata a giustificare questa scelta. La polemica è destinata ad alimentarsi e l’amministrazione dovrà decidere se difendere un provvedimento che “mina la credibilità dell’ente comunale” o se fare marcia indietro per evitare un clamoroso scandalo politico.

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