Ieri gli ultimi sviluppi del processo che evidenziano incongruenze nell’impianto accusatorio
Si è svolta ieri un’udienza cruciale nel processo che vede imputato Pierluigi Casale, comandante dei vigili di Cellole, accusato di aver incendiato l’auto di Dalma Migliorati, vigilessa di Perugia con cui aveva avuto una relazione sentimentale.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, nel novembre 2022 Casale, spinto dalla gelosia dopo la fine della relazione, si sarebbe introdotto nell’abitazione della Migliorati attraverso una finestra, approfittando della presenza di operai impegnati in lavori di ristrutturazione. Durante questa presunta intrusione, avrebbe sottratto password e credenziali per accedere ai profili social della donna. Inoltre, sarebbe stato presente sul luogo dell’incendio della sua auto nelle prime ore del mattino.
Durante l’udienza, diversi testimoni hanno fornito elementi a supporto della difesa, contestando alcuni punti della ricostruzione dell’accusa. Entrambi gli operai presenti quel giorno hanno dichiarato che Casale è entrato dalla porta principale utilizzando le chiavi, di cui era in possesso. Uno di loro ha riferito di aver avuto bisogno del bagno e che Casale gli ha aperto il portone con le chiavi. Lo stesso operaio si è poi allontanato con Casale per acquistare del materiale, parlando telefonicamente con la Migliorati per concordare le scelte, a dimostrazione che la donna era perfettamente a conoscenza del fatto che l’imputato avesse le chiavi e stesse coordinando i lavori in casa sua.
Sulla questione della loro relazione a fare chiarezza è stata un’amica di entrambi. Quest’ultima ha testimoniato che la Migliorati non aveva mai lamentato atteggiamenti di controllo da parte di Casale e che i due si erano lasciati più volte senza tensioni. Ha inoltre smentito che Casale avesse installato un trojan sul cellulare della donna o sporto denunce che potessero compromettere il suo lavoro. Ha anche confermato che, fino a poco tempo prima della rottura, la coppia appariva insieme sui social, suggerendo una relazione che non mostrava particolari segnali di conflittualità. Sempre la stessa testimone ha affermato che la Migliorati non lasciava Casale per convenienza. Per quanto riguarda la notte dell’incendio, la donna ha riferito che poco dopo l’evento Casale si trovava a casa sua a Terni, località che dista diversi chilometri da Perugia. Nella udienza è emerso anche che l’iscrizione alla piattaforma OnlyFans della Migliorati, che in una trasmissione dichiarava che fu Casale ad effettuarla, un teste ha riferito che risale al 23 ottobre 2022, cioè quando la donna lavorava ancora al comune di Cellole. Infine, un altro testimone ha riferito che Casale, per ottenere informazioni sulle attività social della Migliorati, si rivolgeva a terzi, smentendo l’accusa di spionaggio informatico. Inoltre, è emerso che la Migliorati avrebbe avuto accesso ai server comunali per fini personali dal 6 marzo 2023 fino alla revoca dell’autorizzazione, nonostante il parere contrario di Casale. Nel corso del procedimento, Dalma Migliorati ha partecipato a diverse trasmissioni televisive per raccontare la sua versione dei fatti. Inoltre, ha lanciato una raccolta fondi online per sostenere le spese legali, nonostante in casi di questo tipo i costi siano generalmente coperti dallo Stato. L’udienza è stata aggiornata per acquisire ulteriori elementi sull’orario in cui Casale si trovava al km 28 della SS3 bis Tiberina, un dettaglio che potrebbe consolidare il suo alibi. Il processo proseguirà con l’obiettivo di chiarire definitivamente le responsabilità e fare luce sui fatti contestati. Il Comandante Casale è difeso dagli avvocati Fiorentina Orefice e Giuseppe Stellato