Cellole e il sindaco Guido Di Leone: un esempio di coesione sociale e senso di comunità in un mondo che sembra averli persi

In un mondo che sembra dimenticare il valore dei legami, Cellole riscopre la forza della solidarietà grazie a un sindaco che crede nella forza dell’unione

Oggi risulta evidente come si sia perso il senso di comunità inteso non solo come appartenenza, ma anche vissuto emotivo e responsabilità civica. Per me che sono nata e cresciuta nel cuore di Napoli, a Spaccanapoli, tra il dedalo di vicoli che si snodano e si ramificano tra i decumani, riscontrare la perdita del senso di comunità è davvero desolante.

Ebbene, c’è sempre l’eccezione. E ciò che sempre ho riscontrato a Cellole, oltre ad una diffusa cultura del lavoro, è proprio un forte senso di comunità. Senza legami non esiste comunità, senza condivisioni nemmeno. E ciò che è accaduto stanotte mettendo in allarme tutta la cittadina ne è la più ampia dimostrazione. Certamente posso affermare con il conforto di studi sociologici, la gestione di un territorio può determinare appartenenza creando legami e momenti, anche di festa, comuni. E di questo va dato atto al Sindaco Di Leone che anche stanotte ha seguito personalmente i fatti   finché i ladri non sono stati fermati dai carabinieri con il supporto della polizia municipale e,  va sottolineato, di tanti, tra cui molti giovani, che fermandosi fuori la casa in cui era in corso il furto, hanno contribuito a non far scappare i ladri. Dormite tranquilli, li abbiamo presi.” Con questo post Di Leone ha rasserenato la sua comunità…non è da tutti!!

Il senso di comunità non può esserci in una città male amministrata…lo sperimento personalmente vivendo il disagio anche di tanti giovanissimi in una città che non solo ha perso il senso di comunità, ma è sprofondata nell’individualismo più spinto diventando diseducativa. A Di Leone, e alla sua giunta o squadra, come ama dire lui, va riconosciuta una progettualità che ha determinato   coesione sociale ed ha promosso il senso di comunità.

Poi certo   chi già si è perso nell’egoismo, chi non crede nella responsabilità civica, chi non crede nel vissuto emotivo e mai ha sentito parlare della teoresi politica di Aristotele che definisce l’uomo animale politico ovvero cittadino perché essere sociale per natura…ebbene questo genere di persona, ahimè diffuso oggi, non potrà comprendere mai, anzi si sforza e si spende nella maldicenza distorcendo fatti di cui ignora la natura.

Ci siamo abituati a girare la testa dall’altra parte “per non avere fastidi”, se sentiamo un allarme, anche nel nostro stesso palazzo o condominio che sia, lo ignoriamo. Per non parlare di persone in difficoltà che sono oramai trasparenti, invisibili…E allora tale è lo stupore per chi si comporta bene che si vuole in ogni modo togliere valore a questo importantissimo sentimento di appartenenza civica che- vale la pena sottolineare- è un presidio di legalità.

Non è un caso che dagli anni ’70 in poi lo studio dei sociologi si sia dedicato proprio al “senso di comunità”, a come si sia perso il legame sociale. E questa nostra società, di cui noi siamo parte, sembra inabissarsi sempre più nei fondali bui dell’individualismo più sfrenato. Accade in ogni ambiente lavorativo e anche familiare, non solo cittadino.

Sarason, Bauman, McMillan e Chavis, Mannarini, Ferrarotti e tanti altri hanno fondato i loro studi proprio sulla perdita del senso di comunità fornendo chiavi di lettura diversificate, ma convergendo sul problema politico inteso come gestione delle comunità, rilevando vulnus di diseguaglianze, contesti patologici o opere di ghettizzazione realizzate proprio a partire dagli anni ’70 come il grande ghetto fucina di delinquenza che è stato Scampia.