Oggi: 13 Mar, 2025
fabbrica softlab
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Protesta dei lavoratori Softlab: Programmata una manifestazione di protesta  davanti alla Rai il 2 marzo.

2 settimane fa

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150 dipendenti rischiano il licenziamento. I sindacati chiedono un intervento urgente delle istituzioni.

Sabato 2 marzo manifesteranno davanti ai cancelli della sede Rai di Napoli, a Fuorigrotta, per tenere alta l’attenzione sulla loro vertenza e chiedere un intervento urgente delle istituzioni per un licenziamento di 150 lavoratori sempre più vicino. Softlab, azienda di informatica, cesserà la propria attività nel casertano nei prossimi mesi, probabilmente per fine anno, lasciando per strada circa 150 lavoratori, tutti ex dipendenti della multinazionale Jabil di Marcianise confluiti nell’azienda di Maddaloni. Lo comunicano in una nota congiunta le segreterie casertane dei sindacati dei metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm, Ugl e Failms, che annunciano che “la proprietà di Softlab ha ufficialmente dichiarato che l’unico ammortizzatore sociale a disposizione per le lavoratrici e i lavoratori è la cassa integrazione per cessazione di attività. Questo significa – sottolineano i sindacati – che il progetto di ricollocazione per i lavoratori ex Jabil è fallito miseramente, nonostante l’intervento della Regione Campania, e del Mimit. La loro partecipazione era vista dai lavoratori come una garanzia che li aveva spinti a lasciare Jabil per un impiego sicuro e promettente”. In Softlab gli ex Jabil hanno fatto sempre cassa integrazione, senza mai essere impegnati in progetti produttivi, e ciò a dispetto degli impegni presi da Softlab in sede istituzionale; la cassa integrazione poi a dicembre scorso non è stata prorogata dal Ministero del Lavoro, anche perché la sede di Maddaloni è stata chiusa, per cui ad oggi i dipendenti casertani di Softlab non hanno uffici né percepiscono alcuna forma di retribuzione. La manifestazione del 2 marzo davanti alla sede Rai di Napoli assume quindi un valore simbolico e pratico, volto a denunciare la precarietà vissuta da questi 150 lavoratori e a sollecitare soluzioni concrete. I sindacati chiedono un tavolo di crisi con il governo e la Regione Campania per individuare una strategia immediata che possa garantire un futuro occupazionale ai dipendenti coinvolti in questa grave vertenza

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