Per inaugurare questo spazio di confronto e approfondimento, iniziamo con il dott. Vincenzo Codella, commercialista esperto, che ci guiderà nell’analisi di un tema cruciale in ambito fiscale e finanziario.
L’esclusione delle voci patrimoniali, doveva scattare il 5 marzo, ma sono necessari passaggi tecnici per adeguare sistemi, portali e software che spostano in avanti il calendario
Tutti ormai conoscono o comunque hanno usato l’ISEE, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Questo strumento costituisce la principale chiave di accesso a determinati bonus o prestazioni sociali agevolate. È in pratica la “carta di identità” economica del nucleo familiare o, meglio, di tutte le persone riportate sullo “stato di famiglia” che risultano coabitanti presso una determinata abitazione.
Orbene con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 19 febbraio scorso, del Dpcm n. 13/2025 è stata resa attuativa, la nuova norma che esclude i titoli di Stato dal calcolo dell’Isee. Tale norma sarebbe dovuta entrata in vigore il 5 marzo. Ma problemi tecnici, ovvero gli adeguamenti delle procedure di calcolo, hanno spostato tutto in avanti di 30 giorni. La tempistica è stata confermata dall’Inps, che si è affrettata a ricordarci che il Dpcm concede 30 giorni alle pubbliche amministrazioni per adeguarsi alla nuova direttiva.
Quindi non sarà possibile ottenere l’Isee adeguato alle nuove norme prima del mese di aprile, sempre che l’Inps riesca a fornire nel frattempo le istruzioni tecniche in tempo utile.
La nuova norma è molto importante per le ricadute sul calcolo visto che esclude dal calcolo dell’Isee buoni postali, libretti e titoli di Stato per un tetto massimo di 50mila euro e ciò significa un abbassamento dell’indicatore e quindi un innalzamento del numero dei nuclei familiari che potranno ambire a prestazioni sociali agevolate come bonus energia elettrica, bonus gas, bonus acqua, Assegno Unico Universale, agevolazioni scolastiche per mensa, trasporto e asilo nido, riduzione tasse universitarie, assistenza domiciliare o ricovero in RSA per disabili/non autosufficienti.
La Consulta Nazionale dei Caf stima in circa 3 milioni gli Isee 2025 da rifare entro i primi giorni di aprile adeguandoli all’operazione “Isee senza BTP”, una stima che si basa sui dati finora caricati, infatti, sembra che almeno il 40% contenga titoli di Stato, libretti postali o buoni fruttiferi, tutte voci che sono da escludere.
Restano però dei dubbi importanti.
I Caf chiedono di sapere se c’è copertura finanziaria che si accolli le spese per l’emissione degli ISEE rettificativi perché in caso contrario il nuovo ISEE potrebbe costare ben 25 euro alle famiglie per il ricalcolo.
Inoltre, cosa molto importante resta da capire il metodo per escludere le voci patrimoniali. L’unica certezza è la soglia massima, pari a 50mila euro, ma non è chiaro se vada applicata agli importi complessivi di tutti i membri del nucleo familiare oppure a ciascuno di essi.
Infine, c’è da registrare che non mancano neanche i malumori, poiché c’è chi pensa che l’abbassamento dell’Isee escludendo BTP e buoni postali potrebbe avere ripercussioni anche sui bilanci degli enti locali, portando i Comuni alla condizione di dover rimodulare le fasce Isee per garantire una distribuzione equa delle prestazioni sociali.
A questo punto non ci resta che attendere qualche mese per avere un quadro più preciso e affidabile, e capire se i vantaggi delle prestazioni sociali saranno aumentati o se finiranno addirittura per penalizzare nuclei familiari che a parità di requisiti di patrimonio mobiliare non possiedono però titoli di stato.