La politica casertana in questo periodo, tra satira e realtà, somiglia, a nostro avviso, a un grande mercato rionale, dove ogni bancarella cerca di attirare “clienti” con offerte improbabili e slogan urlati. Tra frutta troppo matura e pesche che non profumano, ecco il panorama.
Partiamo dal centrodestra, che sembra una bancarella di gadget: tanti colori, poca sostanza. Fratelli d’Italia espone il suo pezzo forte, la senatrice Giovanna Petrenga, che però sembra più un manichino in vetrina che un prodotto in vendita. “Zia Giovanna”, come la chiama Giorgia Meloni, è lì, ma nessuno sa bene a cosa serva. Poi ci sono Marco Cerreto e Gimmi Cangiano. Cerreto prova a vendere il suo prodotto, ma Cangiano sembra più interessato a fare pubblicità sui rotocalchi rosa che a promuovere iniziative politiche. Le sue storie d’amore con star dello spettacolo attirano più attenzione delle sue proposte parlamentari. Insomma, un venditore di gossip più che di politica. La Lega, invece, ha trovato in Giampiero Zinzi il suo “banditore” di punta. Zinzi ha preso il controllo della bancarella, oscurando i vecchi leghisti. Ma c’è un problema: il marchio “Carroccio” non è mai stato popolare al Sud, e ogni tanto i clienti se ne ricordano. Forza Italia? Qui siamo al reparto “tutto a un euro“. Il partito di Berlusconi sembra un prodotto in saldo, guardato con sospetto dagli altri venditori. E ora, con lo scandalo che potrebbe coinvolgere il coordinatore regionale Fulvio Martusciello, rischia di finire direttamente nel cestino delle offerte scadute.
Passiamo al centrosinistra, dove il Partito Democratico è come una bancarella di prodotti biologici: sembra promettente, ma è piena di litigi tra i venditori. La commissaria provinciale, Susanna Camusso, inviata dal Nord per mettere ordine, ha dato al PD una svolta sindacale così netta che rischia di perdere “clienti”. Se continua così, il PD casertano potrebbe ritrovarsi a vendere prodotti che nessuno vuole comprare. E poi nel Pd c’è o non c’è Gennaro Oliviero, Presidente del Consiglio Regionale, che sembra un ambulante in cerca di una “bancarella”. Vorrebbe esporre la sua merce politica nel mercato del PD, ma i gestori del banco non gli concedono spazio. Senza tessera, aspetta che la Schlein venga fatta fuori per tornare in gioco prima delle Regionali. Non importa che sia ormai vicino alla pensione: vuole ri-ri-ri-ri-ri-provarci ancora. Nel PD Oliviero non si è mai ambientato, e i suoi rivali, come Pina Picierno e Stefano Graziano, non gli rendono la vita facile. Graziano, in particolare, è un maestro nell’arte di accreditarsi a Roma per conquistare lo scranno parlamentare con il minimo sforzo. Un vero stratega del mercato politico. Mentre la Picierno, con la sua riconferma a vicepresidente del Parlamento Europeo, è probabilmente la deputata con l’incarico più prestigioso d’Italia. In televisione è una presenza fissa nei salotti politici nazionali, ma nella provincia di Caserta il suo volto è ormai un ricordo sbiadito, come un venditore che si presenta solo per il mercato delle grandi occasioni, lasciando dietro di sé una scia di promesse non mantenute e un senso di lontananza che pesa. I piccoli partiti della sinistra? Sono come quei venditori che si accodano alla bancarella più grande per attirare qualche “cliente”. Si salvano un po’ i Verdi e Sinistra Italiana, grazie al deputato Francesco Emilio Borrelli, che attacca i tiktoker… salvo poi diventare lui stesso un tiktoker compulsivo.
Il centro politico sembra una bancarella che non ha mai trovato il suo pubblico. Italia Viva, nonostante il nome, appare tutt’altro che vibrante. Nicola Caputo, pur avendo lavorato come assessore regionale all’agricoltura, non riesce a far germogliare idee fresche e appetibili per il suo elettorato.
Il Partito di Azione, invece, sta cercando di risorgere dalle ceneri. Luigi Bosco ha messo fine alla parentesi poco incisiva (per non dire inesistente) di Teresa Ucciero, ma entrambi i partiti devono affrontare un ostacolo significativo: un quorum che ricorda un prefisso telefonico, simbolo di una base elettorale esigua.
E i Cinque Stelle? Sono come quei venditori che smontano la bancarella prima di mezzogiorno: spariti. Forse stanno cercando una nuova strategia, ma alla fine sarà il “reddito di cittadinanza” il prodotto che andranno a ri-vendere e i clienti torneranno.
Ecco la politica casertana: un mercato caotico, dove tra urla, offerte e litigi, non manca mai un motivo per sorridere. Come diceva Pirandello: “e il sorriso si trasforma in una smorfia”. Eppure, secondo noi, più che un sorriso è una farsa che si ripete, tra facce sempre uguali e affari di bottega che contano più dei programmi politici. Un mercato in cui i venditori cambiano i cartellini dei prezzi ma i prodotti restano sempre gli stessi.