Tutti in questi giorni hanno riscoperto una parola dal sapore antico: il dazio. Infatti, il 2 aprile il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’introduzione di nuovi dazi sulle merci importate dai Paesi dell’Unione europea, quindi anche l’Italia, e da oltre cento Paesi del mondo. Forse in molti hanno ricondotto il pensiero al grande Troisi nella mitica scena del passaggio alla dogana nel film “Non ci resta che piangere”, ma l’interprete della scena attuale non ha fatto di certo ridere. Per dover di cronaca i “dazi” non li ha inventati Trump ma esistono da sempre, del resto l’etimologia ci riporta alla parola greca “dekama” e in particolare al verbo greco “dekomai”, che significa ‘ricevere’”. I dazi sono, da sempre, per TUTTE le Nazioni del mondo una importante entrata fiscale, oltre ad essere strumenti di politica economica utilizzati dagli Stati per: proteggere l’industria nazionale, riequilibrare deficit commerciali, o semplicemente per rispondere a pressioni interne o ancora, e direi purtroppo, per attuare “guerre” commerciali. Oggi il vero pericolo in agguato dietro l’applicazione dei “dazi” da parte di Trump è quello di cadere in una spirale di misure e contro-misure protezionistiche, quindi in una vera guerra commerciale. A quel punto, come insegna la storia, gli stessi rapporti economici e politici tra le nazioni possono cominciare ad incrinarsi. Le prime avvisaglie sono le notizie di queste ore che la maggior parte dei leader dei Paesi interessati dall’applicazione dei dazi hanno intenzione di contrattare misure più blande con gli “U.S.A.” in maniera unilaterale. E così il “divide et impera” prende forma: Trump, come un nuovo imperatore del mondo intero, usa la propria influenza (i dazi sull’importazione negli U.S.A.) per dividere gli avversari (i Paesi più avanzati commercialmente) e metterli gli uni contro gli altri e poter così mantenere il potere saldamente nelle proprie mani. A tutti noi, nella speranza di non sprofondare in un “Medioevo” commerciale dove i dazi si moltiplicavano a dismisura tra mille “feudi”, non resta che confidare in scelte assennate dei Nostri politici e soprattutto in scelte unitarie europee.

I dazi di Trump e la politica del “divide et impera”
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