Oggi: 13 Mar, 2025
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Aggiornamento: la verità sul tragico incidente da caccia che ha colpito Antonio Padolone

1 mese fa

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Antonio Padolone, 68 anni era residente a San Castrese, giovedì sera era uscito a caccia di cinghiali nelle campagne nei pressi della centrale nucleare del Garigliano, accompagnato da un amico. Erano le otto di sera quando avevano deciso di far ritorno a casa. Secondo le ricostruzioni, l’uomo era seduto su una sedia pieghevole con il fucile in posizione di sparo. Durante il movimento per alzarsi, chiudendo la sedia e prelevando il fucile, la cui canna era puntata verso il suo stomaco, il colpo è partito accidentalmente. Appena resosi conto dell’accaduto, Padolone ha passato il suo cellulare all’amico, chiedendo di chiamare immediatamente il cognato e l’ambulanza. Purtroppo, l’ambulanza ha avuto difficoltà a localizzare esattamente la campagna dove si trovava, e l’amico è stato costretto a dirigersi sulla strada principale per accompagnare l’unità sanitaria fino al luogo dell’incidente. Quando i medici del 118 sono giunti sul posto, hanno trovato l’uomo in un lago di sangue, il colpo, sparato da troppo vicino, aveva provocato danni irreparabili, portando al dissanguamento fatale. Antonio Padolone è stato trasportato all’Istituto di Medicina Legale per l’autopsia. La famiglia, composta dalla moglie, dai figli, dalle sorelle e dall’anziana madre, piange la perdita del loro caro, che era un uomo amato e voluto bene da tutti. In particolare, egli era molto apprezzato dai giovani, per i quali per anni ha svolto il ruolo di autista di pullman, accompagnandoli a scuola e lasciando un segno indelebile nella comunità. Questa la verità che è emersa dai famigliari dell’uomo.

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