Oggi: 13 Mar, 2025
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Giulia Casella di Legambiente critica la strategia nucleare italiana, denunciando i rischi della centrale del Garigliano, i costi insostenibili e l’assenza di soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi.

3 settimane fa
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Nucleare in Italia: il peso delle scorie e le promesse del Governo:

“Ho sempre sostenuto che il nostro Paese non ha il “vizio” della memoria. E parliamo di energia nucleare prospettata dal Governo, con il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, e, soprattutto, dagli Industriali, come la panacea che risolverà i problemi dei cambiamenti climatici. Noi ci stiamo baloccando con il nuovo nucleare dimenticando la pesante eredità che ci ha lasciato. In primis le SCORIE, riferendoci alla centrale del Garigliano. Sostiene la Casella: le centinaia di barre di combustibile di uranio e plutonio sono state spedite, parte in Inghilterra, parte in Francia, per essere riprocessate, ossia per estrarre uranio e plutonio. Non tutte, perché 63 barre si trovano ancora nella piscina Avogadro a Saluggia, poiché la Francia non le ha più ritirate a causa di un mancato impegno italiano. Il riprocessamento ci costa ogni anno qualche milione di euro e, comunque, una volta vetrificate, conservando ancora una radioattività molto alta e messe in cask, devono tornare in Italia. Ma il deposito nazionale, la cui costruzione viene prorogata già da qualche decennio, non c’è. Il Ministro Pichetto Fratin ha indicato una nuova data, il 2036, quando non potrà risponderne.

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Comunque, al Garigliano già si trovano nel deposito (D1) 1.100 mc di rifiuti radioattivi, ma anche 150 manufatti derivati dalla fusione di 420 tonnellate di metalli contaminati. C’è ancora lo smantellamento dell’edificio reattore con il vessel altamente contaminato, nel quale si trovavano le barre di combustibile per la reazione nucleare. Come se non bastasse, è in costruzione il D2, di 16.500 mc di volume, nel quale saranno depositati tutti i metalli altamente radioattivi derivanti dal decommissioning di tale edificio reattore. Da sottolineare che il sito del Garigliano è stato più volte dichiarato idrogeologicamente inidoneo, trovandosi in area alluvionale, tanto che anche il D2 si sta costruendo su una piattaforma con 126 pali di sostegno alla profondità di 30 metri, per una spesa, per ora, di 16 milioni di euro.

Dovremo rassegnarci: ogni centrale in dismissione dovrà ospitare tutti i rifiuti e le scorie radioattive, oltre a quelli che derivano da attività ospedaliere, industriali e di ricerca. E si osa ancora parlare di nuove centrali, che a loro volta produrranno rifiuti radioattivi che non sapremo dove stoccare. D’altronde, lo stesso Ministro dell’Ambiente ha ipotizzato di trasferirvi la quota di scorie che ci spetta. L’amministratore delegato di Sogin, Gian Luca Artizzu, ventila l’idea di costruire, sempre nei siti delle ex centrali nucleari, i nuovi impianti, come gli SMR.

Ma bisogna parlare anche dei COSTI, dei TEMPI, dell’ACQUA necessaria per raffreddare le centrali in periodi sempre più frequenti di siccità, della dipendenza dall’estero di MATERIE PRIME, come l’uranio, le cui scorte, aumentando la costruzione degli impianti nucleari, finiranno nel ciclo di qualche decennio, della FRAGILITÀ IDROGEOLOGICA dell’Italia: tutti temi che meritano un’ulteriore trattazione.”

ENERGIA ALTERNATIVA

“È utile precisare che gli SMR (piccoli impianti modulari) – precisa la responsabile di Legambiente di Sessa Aurunca – non esistono ancora, se non due in Russia e due in Cina, di cui si sa ben poco. L’unica strada da percorrere è quella delle energie alternative, che hanno subito spesso un ostracismo feroce. Comunque, Spagna e Portogallo ricavano la maggior parte dell’energia dal fotovoltaico e dall’eolico. La Cina, addirittura, è in prima linea per l’uso di energie rinnovabili.

Quanto ai costi, la coalizione 100% Rinnovabili Network, formata dalle maggiori associazioni ambientaliste, tra le quali, naturalmente, Legambiente, ma anche WWF, Greenpeace, Kyoto Club, oltre a ricercatori, professori universitari, comitati e sindacati, ha affermato che il nucleare è una scelta insensata: «Con il ritorno all’atomo, bolletta elettrica più cara, un costo maggiore rispetto a quello delle rinnovabili e i reattori piccoli sono ancora più costosi».

In Europa, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (World Energy Outlook 2024), il costo di generazione dell’elettricità prodotta da nuove centrali nucleari sarebbe di 170 $/MWh, contro i 50 $/MWh del fotovoltaico (3,4 volte in meno rispetto al nucleare), i 60 $/MWh dell’eolico onshore (2,8 volte in meno) e i 70 $/MWh dell’eolico offshore.”


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