Elio Zanni
Il criminologo: «Sappiamo che il 99 % dell’opinione pubblica è colpevolista, ma è colpa di certa stampa».
Oggi, 14 marzo 2025, il pool della difesa della famiglia Mottola di Teano si è riunito per una conferenza stampa dopo la sentenza della Cassazione che ha respinto l’assoluzione e disposto un Appello bis.
Molto interessanti le risposte fornite ai giornalisti delle varie testate presenti a Roma, sia quelle di Franco Mottola che del criminologo Carmelo Lavorino. Quest’ultimo, per esempio, rispondendo a una domanda dei reporter di fanpage.it ha dichiarato: «Siamo perfettamente d’accordo che debbano essere rivisti alcuni punti e stiamo aspettando che la Cassazione ci dica quali». Alla domanda sempre di Fanpage.it su come l’affronterà ha risposto: «L’affronteremo come abbiamo affrontato il primo».
Sulla vicenda della morte di Serena Mollicone – ha continuato Lavorino in conferenza stampa – sappiamo che esiste una forte componente colpevolista dell’opinione pubblica. Non siamo contenti di come sia stata impostata la sentenza di assoluzione d’Appello, perché di fatto ha lasciato molto fango addosso agli imputati. Ben venga questo processo d’Appello. A noi sta bene che venga approfondito tutto per restituire l’onore, la dignità e l’immagine totale alla famiglia Mottola. Tutti i depistaggi attribuiti alla famiglia Mottola sono stati negli anni demoliti».
Agli occhi delle telecamere, visto quello che è successo, visto l’ulteriore processo a farsi, appare la fotografia di un Mottola accigliato, ovviamente nervoso. Ma quando parla l’immagine restituita è diversa. Il suo modo di porsi appare più che convinto. «E adesso, che farete? Come pensate di muovervi?» Franco Mottola: «Affronteremo anche questo». E poi ancora: «Ci troviamo ancora con uno o più assassini liberi di circolare, che se la stanno ridendo, una grossa offesa anche a Serena Mollicone e alla sua famiglia».
