Tra disastri ed arbitri – le annose questioni della citta di Caserta: il MA.CRI.CO., il PUC, il Policlinico e i cambi di destinazione di aree
Tempo di campagne elettorali e ritornano come slogan il MA.CRI.CO., il Policlinico e l’oramai leggendario PUC che giace inutilizzato negli scaffali polverosi degli pseudo-archivi amministrativi. Intanto si assiste alla trasformazione di vocazioni e destinazioni di Aree deputate a servizi in aree edificabili per abitazioni civili nonché ad una discussione sulle eventuali destinazioni dell’area MA.CRI.CO. Abbiamo chiesto ad un esperto, l’Ingegnere Antonio Vecchione, professionista molto noto in città e non solo, per avere un’analisi chiara sulla destinazione dell’area MA.CRI.CO. molto lontana dalle indicazioni del PUC che esiste, ma è ignorato. E considerato il consenso, diretto e indiretto, del Consiglio Comunale in cui anche due o tre voti contrari, a conti fatti non sarebbero stati pericolosi, è meglio che i casertani inizino a leggere i documenti e a non seguire le Chimere o il Canto delle Sirene della politica politicante… essere informati correttamente è un diritto-dovere democratico ed è anche , viste le condizioni di questa bella ma sfortunata città di Caserta, un dovere civico.
Diamo la “parola agli esperti” nella nostra rubrica “Oltre i Fatti”

Del “MA.CRI.CO” e del PUC di Antonio Vecchione, ingegnere ed esperto di Urbanistica
L’area ex Ma.c.ri.co (Magazzino Centrale Ricambi Mezzi Corazzati) di Caserta rappresenta uno dei luoghi più significativi e controversi nella storia urbana della città, esempio emblematico di potenziale e, ad oggi, inattuata rigenerazione urbana.
L’area presenta un interesse, oltre che urbanistico ed ambientale, anche storico-artistico: si tratta, infatti, del cosiddetto “Campo di Marte”, zona destinata alle esercitazioni militari dell’esercito borbonico, già pertinenza dell’antico edificio vescovile (XVIII secolo), nel dopoguerra utilizzato dalle forze armate (caserma Sacchi), fino alla dismissione avvenuta negli anni ’80.
Dal punto di vista urbanistico e ambientale, l’area ex Macrico costituisce un caso esemplificativo di spazio urbano “sospeso”: pur essendo una delle poche grandi aree non edificate all’interno del perimetro cittadino, essa rimane inutilizzata e inaccessibile, circondata da un alto muro perimetrale che la isola dal tessuto urbano e la nega alla città.
A seguito dell’inopinato arresto del processo partecipato di adozione/approvazione del PUC, nel 2023 l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Caserta riaccende il dibattito cittadino presentando alla Città un nuovo masterplan, nell’ottica di riqualificazione/riutilizzo dell’area e degli immobili presenti.
Sebbene il masterplan “Campo Laudato si’” rappresenti un’importante proposta per il futuro dell’area ex Macrico, l’approccio progettuale all’area estrapolata dal sistema urbano appare non condivisibile.
L’inserimento di quest’area nel contesto urbano casertano dovrebbe essere guidato da una prospettiva olistica, che non si limiti alla rigenerazione fisica del sito, ma ne valorizzi il potenziale come catalizzatore di trasformazioni più ampie. In particolare, la riqualificazione dovrebbe contribuire a migliorare il sottosistema socio-antropico, promuovendo la coesione sociale e creando spazi di incontro e inclusione; il sottosistema funzionale, garantendo l’accesso a infrastrutture e servizi adeguati; e il sottosistema fisico, preservando l’ambiente naturale e integrando il verde pubblico nel tessuto cittadino.
Pertanto, abbandonando l’idea di approcciarsi all’area come “lotto edilizio” è essenziale adottare una visione strategica che consideri l’ex Macrico come parte integrante di una rete urbana interconnessa, capace di rispondere alle sfide che Caserta affronta per risollevarsi dallo stato di degrado certificato da tutte le classifiche di vivibilità elaborate: dalla densificazione urbana alla mancanza di aree verdi, dalla mobilità sostenibile all’inclusione sociale. In questa prospettiva, il successo della riqualificazione non dipenderà solo dalla qualità del progetto specifico, ma dalla sua capacità di inserirsi in una visione condivisa e sostenibile per la città nel suo complesso.
Il preliminare del PUC di Caserta, approvato nel 2017, individua l’area ex MA.CRI.CO, unitamente al contermine “Campo el Alamein” tra le “aree Verdi di trasformazione strategica”.
Continua a leggere il documento strategico commentato dall’ing. Antonio Vecchione:
Del “MA.CRI.CO” e del PUC
L’area ex Ma.c.ri.co (Magazzino Centrale Ricambi Mezzi Corazzati) di Caserta rappresenta uno dei luoghi più significativi e controversi nella storia urbana della città, esempio emblematico di potenziale e, ad oggi, inattuata rigenerazione urbana.
L’area presenta un interesse, oltre che urbanistico ed ambientale, anche storico-artistico: si tratta, infatti, del cosiddetto “Campo di Marte”, zona destinata alle esercitazioni militari dell’esercito borbonico, già pertinenza dell’antico edificio vescovile (XVIII secolo), nel dopoguerra utilizzato dalle forze armate (caserma Sacchi), fino alla dismissione avvenuta negli anni ’80.
Dal punto di vista urbanistico e ambientale, l’area ex Macrico costituisce un caso esemplificativo di spazio urbano “sospeso”: pur essendo una delle poche grandi aree non edificate all’interno del perimetro cittadino, essa rimane inutilizzata e inaccessibile, circondata da un alto muro perimetrale che la isola dal tessuto urbano e la nega alla città.
A seguito dell’inopinato arresto del processo partecipato di adozione/approvazione del PUC, nel 2023 l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Caserta riaccende il dibattito cittadino presentando alla Città un nuovo masterplan, nell’ottica di riqualificazione/riutilizzo dell’area e degli immobili presenti.
Sebbene il masterplan “Campo Laudato si’” rappresenti un’importante proposta per il futuro dell’area ex Macrico, l’approccio progettuale all’area estrapolata dal sistema urbano appare non condivisibile.
L’inserimento di quest’area nel contesto urbano casertano dovrebbe essere guidato da una prospettiva olistica, che non si limiti alla rigenerazione fisica del sito, ma ne valorizzi il potenziale come catalizzatore di trasformazioni più ampie. In particolare, la riqualificazione dovrebbe contribuire a migliorare il sottosistema socio-antropico, promuovendo la coesione sociale e creando spazi di incontro e inclusione; il sottosistema funzionale, garantendo l’accesso a infrastrutture e servizi adeguati; e il sottosistema fisico, preservando l’ambiente naturale e integrando il verde pubblico nel tessuto cittadino.
Pertanto, abbandonando l’idea di approcciarsi all’area come “lotto edilizio” è essenziale adottare una visione strategica che consideri l’ex Macrico come parte integrante di una rete urbana interconnessa, capace di rispondere alle sfide che Caserta affronta per risollevarsi dallo stato di degrado certificato da tutte le classifiche di vivibilità elaborate: dalla densificazione urbana alla mancanza di aree verdi, dalla mobilità sostenibile all’inclusione sociale. In questa prospettiva, il successo della riqualificazione non dipenderà solo dalla qualità del progetto specifico, ma dalla sua capacità di inserirsi in una visione condivisa e sostenibile per la città nel suo complesso.
Il preliminare del PUC di Caserta, approvato nel 2017, individua l’area ex MA.CRI.CO, unitamente al contermine “Campo el Alamein” tra le “aree Verdi di trasformazione strategica”. In merito, il Documento Strategico testualmente recita:
“Interessa aree urbane da riconvertire e riconfigurare prevalentemente a verde attrezzato, nelle quali il piano promuoverà interventi orientati a definire nuove relazioni, fisiche e funzionali, con le altre componenti del sistema insediativo, a costruire nuovi attrattori e opportunità di riqualificazione del contesto territoriale nel suo complesso. Per queste aree il Piano stabilirà le funzioni ammissibili e i parametri adeguati per garantire la massima sostenibilità ambientale e l’uso pubblico di gran parte delle aree. La superficie permeabile da destinare a parco dovrà essere prevalente rispetto alla superficie territoriale totale”.
Orbene, in assoluta coerenza, il PUC consegnato nell’ormai lontano 2019 individua il comparto “de quo” quale ”Area urbana complessa” (TM) per la quale statuisce l’obbligo di ricorso a concorsi di progettazione e di unità fra le diverse fasi di concezione, progettazione e controllo della esecuzione.
Le afferenti norme di attuazione, testualmente, recitano:
“TM Riconversione Macrico
Si tratta di un’area militare dismessa attualmente di proprietà dell’Istituto Diocesano per il sostentamento del clero. Per la sua posizione, centrale tra il centro storico e le aree esterne recenti e in prossimità con le aree di dismissione ferroviaria, è una risorsa strategica per la riqualificazione del territorio casertano.
La riconversione dell’area individuata TM risponde ai seguenti criteri:
dati quantitativi
ST= ca. 32,5 ha
SU= Superfici Utili attualmente rilevate da perizia giurata e legittimamente autorizzate
STAP=40% % di ST (la cessione dell’area sarà regolata con convenzione atta a garantirne l’uso pubblico e la manutenzione da parte del privato con conseguente differimento temporale dell’acquisizione da parte dell’A.C. in funzione del programma di fattibilità concordato).
attività ammesse e norme generali
di servizio (ricreativo- culturale e ludico sportivo, pararicettive), terziarie, università.
Sull’area STAP sarà realizzato un parco pubblico come da Delibera CC n° 45 11.04.2014 aperto al pubblico e connesso con l’area militare di futura dismissione corrispondente al campo El Alamein (Caserma Ferrari Orsi)
L’area nel suo complesso dovrà essere priva di recinzioni e attraversabile.
Le aree di standard, calcolate in funzione delle attività da insediare, saranno individuate prioritariamente in aree prossime all’abitato circostante ovvero in prossimità del connettivo urbano e dei sistemi di collegamento e mobilità alternativa.
Gli interventi attrattori di pubblico vanno opportunamente subordinati all’attuazione del trasporto pubblico di servizio dell’area.
Non sono ammessi insediamenti commerciali di medio – grande distribuzione
modalità d’intervento
Per gli interventi nell’area TM si applicano le seguenti disposizioni:
- Indice di piantumazione: 2 alberi di essenze pregiate ogni 100 mq di pavimento
- Superficie permeabile : 70% di Superficie”
Dalla ricostruita stratificazione degli interventi urbanistico-giuridici che hanno interessato l’area in oggetto, emerge una ambiguità oggettiva nella individuazione della consistenza immobiliare legittima.
In realtà, mentre la riclassificazione in F. Pubblica sancita dalle NTA del PRG del 1987 e ribadita (seppur con contraddizioni di declinazione attuativa) dalla D.C.C. n° 45 del 11/04/14, rende, di fatto, incompatibili urbanisticamente tutti i manufatti edilizi realizzati dalle Forze Armate, i vincoli apposti dalla Soprintendenza, sulla spinta dei movimenti civici, hanno, di fatto, sortito un effetto contrario rispetto all’obiettivo comune di prevenire la speculazione edilizia.
Infatti, il riconoscimento del valore storico ed architettonico ad un numero significativo di manufatti edilizi presenti, alcuni dei quali già diruti, (circostanza, questa, emblematica della reale finalità del vincolo), non ha fatto altro che legittimarne la presenza, la conservazione e la possibile riutilizzazione.
In definitiva, indipendentemente dai vincoli è il PUC che determina la compatibilità urbanistica delle preesistenze e, consequenzialmente, la loro legittimazione, legittimazione che costituisce la “moneta urbanistica” per l’acquisizione pubblica di parte dell’area e per la stipula di convenzione per la afferente manutenzione.
Alla luce di quanto argomentato, respingendo ogni ipotesi di accordo di programma decisorio in variante al PRG del 1987, si auspica il seguente iter procedimentale:
- procedere prioritariamente all’adozione/approvazione del PUC;
- indicare esplicitamente, nei dati quantitativi contenuti nelle afferenti NTA, il valore complessivo delle superfici utili legittime da riutilizzare;
- individuare puntualmente, coerentemente alle interconnessioni con il sistema urbano, le aree oggetto di cessione;
- statuire, come strumento di attuazione, il PdC convenzionato nel rispetto delle indicazioni del PUC.